martedì 10 gennaio 2012

Sconosciuto 1945

Sconosciuto 1945
Pansa, da sempre uomo di sinistra, ha finalmente, con questa serie di ultimi libri, affrontato anche ciò che hanno vissuto e subito i 'vinti'. Basta comunque leggere i suoi libri per accorgersi da subito che il giornalista non prende di certo le difese di chi ha combattuto e ha creduto in un'ideologia che lo stesso ritiene sempre e comunque sbagliata; si è solo limitato a raccontare le storie di chi per anni è stato costretto al silenzio.

Bene, tutto questo, è stato sufficiente per far si che lo stesso fosse attaccato da tutte le parti offese, partigiani in testa. Evidentemente in questo Paese non è ancora possibile 'raccontare' determinate vicende con un'angolazione differente da quella dei 'vincitori' (uomini che di certo non vinsero nulla e diedero un contributo assolutamente nullo alla vittoria alleata).

Ritengo inoltre che il nuovo libro non sia all'altezza de 'I figli dell'aquila', dove la vicenda personale trattata, risulta essere più avvincente dal punto di vista umano; rimane però senza dubbio un testo che consiglierei a chi purtroppo è cresciuto indottrinato a senso unico e che quindi non conosce nulla delle vicende verificatesi alla fine della guerra.

Pansa racconta una serie di episodi collegati alle numerosissime lettere ricevute dopo la pubblicazione de 'Il sangue dei vinti', proprio dai famigliari di chi all'epoca fu eliminato, perchè fasicta o presunto tale; ogni capitolo è appunto il ripercorrere le vicende personali di chi, in quei giorni, fu spettatore di vendette ed assassini e, solo ora e solo grazie allo scrittore, può raccontare liberamente cosa accadde in quel periodo. Per fare ciò lo scrittore si avvale di un ipotetico personaggio, con il quale dialoga e al quale racconta i singoli episodi.    

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