sabato 7 gennaio 2012

I compagni al caviale


Vittorio Feltri e Renato Brunetta, nel loro nuovo Manuale di conversazione politica I compagni al caviale, tracciano un bel quadro biografico dei tanti vizi e difetti, umani ed ideologici, dei più o meno famosi personaggi (politici e non) appartenenti alla schiera dell'intellighenzia della sinistra neo o post-marxista comunista. Era ora che uscisse un libro di tal fatta, dal momento che la stessa sinistra continua ad arrogarsi il diritto (che non ha) di fondare la propria (solo presunta) superiorità morale ed ontologica sulla base dei pensieri e delle opere dei propri più alti punti di riferimento politici, intellettuali, artistici, peraltro considerati dal proprio elettorato di base e dai propri simpatizzanti alla stregua di esseri integerrimi, esemplari, senza macchia e privi di peccato, o, ad ogni modo, migliori di tutti gli altri. Si ha non di rado modo di leggere sulla cosiddetta grande stampa politically correct ritratti partigiani, ingenerosi ed impietosi sulle persone che più o meno contano nel centrodestra, e non vi è difficile rinvenire faziosi reportage o pompati dossier tesi a gettare fango su questi ultimi, i quali vengono etichettati come uomini cattivi, corrotti, spregevoli, moralmente inferiori, da annientare e distruggere, e che assurgono, proprio in quanto avversari politici della sinistra, a simbolo del male. L'emblema di tutto ciò è ben tradotto nell'odio (ben visibile negli stessi ritratti contenuti nel libro) da cui si ritrovano ad essere accomunati gli esponenti della sinistra al caviale, odio che essi spargono a piene mani nei confronti soprattutto di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia e leader del centrodestra, che rappresenta per ciò stesso, ai loro occhi, il «male assoluto» da abbattere.

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