L’idea di base del libro è tutt’altro che letteraria. Il nocciolo del Pendolo di Foucault è l’esposizione paradigmatica di una tesi: le aberrazioni della ragione, ancorché affascinanti, generano mostri, e possono risultare terribilmente pericolose. Per la dimostrazione di questa tesi Eco scrive il Pendolo che, al di là di tutti gli intenti teoretici, è – sia ben chiaro – innanzitutto un romanzo, intessuto attorno ad un formidabile, controllatissimo e calibratissimo plot narrativo. Per dimostrare la tesi di fondo, Eco fa un’operazione semplice: riscrive la Storia Universale! Rilegge parte della storia culturale italiana degli anni '70 e '80, a partire dagli anni cruciali della contestazione, con i suoi fermenti e le sue (ri)scoperte; rilegge l’intera storia dell’occidente nell’ottica del sapere ermetico che, come un’oscura e magmatica trama sotterranea sembra segnare i destini dell’umanità; tesse sotto gli occhi affascinati del lettore una fitta rete di richiami e rimandi letterari, filosofici e culturali che rimangono per gran parte celati al comune lettore (il lettore che non condivide – lector ideale, altro concetto noto ai frequentatori di Eco – la sterminata cultura e la sicura padronanza che di questo magma ha l’autore). Lettore che viene tuttavia travolto nel vortice mesmerizzante della lettura del Pendolo.
Riassumere la trama
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